mercoledì 1 ottobre 2008

ristorante a kilometro 0

vorrei aprire un ristorante in val di cecina , dove piccole aziende agricole, casearie, d'allevamento, potrebbero rifornirmi delle materie prime necessarie per la ristorazione.
le lattine di bibite ve le potete scordare, nel mio locale non le potrei tenere, pensando a quella mole di co2 sparata in aria in nome del loro assurdo iter di fabbricazione.
i rappresentanti mi stanno tutti sul cazzo! non si pongono il benche' minimo problema! ma dico io,come fai a vendere i prosciutti a 5,80 euro al chilo??????che cazzo mangiano questi maiali???il problema e' che un maiale "vero", verrebbe a costare a me, e successivamente al tavolo, almeno il triplo, e di questi tempi proporre un piatto d'affettato a 15 euro mi sembra un po' problematico!allora come posso soddisfare l'appetito dei miei ipotetici clienti?
pensavo a piatti poveri, tipo i nostri fagioli al fiasco, trippa, formaggi, verdure di stagione, il tutto condito con olio extravergine, magari di riparbella, il paese dei miei bisnonni, che producevano un olio straordinario per il suo bassissimo tasso di acidita'.
i ristoranti di questo tipo sono proprio pochi, nel nord italia la coldiretti sta promuovendo iniziative in tal senso. vorrei contattare qualcuno che sta facendo qualcosa di simile per scambiare consigli e opinioni. nel frattempo un augurio a tutti di prendersi la liberta' di scegliere cosa infilarsi nello stomaco. e' una scelta e una responsabilita' verso i nostri figli, che forse un giorno potranno scegliere sugli scaffali dei supermercati qualcosa di piu' vicino al concetto di ecologico

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rosignano solvay, livorno, Italy